Demetra e i frutti della terra

2005
Olio su tela
cm 70×70
In questo dipinto, Demetra è rappresentata “dolente” come la scultura marmorea a cui mi sono ispirata. Dal suo volto traspaiono forza e passione, ma anche tristezza e rassegnazione per sua figlia Kore che deve per alcuni mesi, ogni anno, vivere nel buio della terra. Il suo combattivo ma stanco sguardo, pare “soffiare” sui frutti che la terra torna a donare. Dopo essere stata adirata con gli altri Dei e vendicativa con gli uomini, Demetra rivede la luce splendere sui doni che da sempre l’umanità da lei riceve.

IL MITO DI DEMETRA

Demetra, Dea della Terra, aveva una figlia bellissima di nome Kore, la quale fu rapita da Plutone re dei morti. Adirata con gli Dei, per punizione avrebbe insterilito la terra , mettendo a rischio di estinzione la razza umana se non avesse riavuto la figlia di nuovo con se. Così Zeus convinse Plutone a restituire la fanciulla, ma quest’ultimo pretese che Kore, nel frattempo divenuta sua sposa, ritornasse sempre da lui.

Kore potè restare sulla Terra otto mesi all’anno e i restanti quattro mesi nell’Averno con Plutone. Demetra tornò così a ridonare alla Terra tutti i suoi frutti e i suoi fiori.

Questo mito nasconde un simbolo: Kore che deve scendere ogni anno nel regno sotterraneo, non è che una figura del seme, del chicco del grano, che viene seppellito sotto terra e vi rimane appunto un terzo dell’anno, finché a primavera, la fanciulla ritorna da sua madre sulla terra e il grano germoglia alla luce del sole.

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